Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

HOME      Archivio      Scritti, Video e Quaderni Cipec      


Scritti e Materiale Vario di Sergio Dalmasso - Quaderni CIPEC

Effettua una ricerca oppure sfoglia l'archivio per categorie


Ricerca:       



Quaderno CIPEC Numero 60  Dicembre 2017   Torna alle categorie

AdobeReader


Quaderno CIPEC Numero 60 di Sergio Dalmasso. I socialisti nella provincia Granda

QUADERNO CIPEC N. 60

Il Partito socialista nella Granda

Interviste a socialisti cuneesi

 

 

 

Indice generale

Introduzione 5

Le vicende politiche (1946-1958) 7

PSI, appunti sui partiti politici in provincia di Cuneo (1976-1992) 25

Interviste a sei militanti e dirigenti del PSI cuneese nel 1989 27

Alberto Cipellini (testimonianza del 30 gennaio 1989) 27

Franco Viara (testimonianza del 2 maggio 1989) 36

Duccio Sciolla (intervista dell'11 febbraio 1989) 43

Domenico Romita (intervista dell'8 marzo 1989) 47

Marcello Garino (intervista del 4 aprile 1989) 51

Giovanbattista Fossati (intervista del 21 febbraio 1989) 57

La politica delle riforme. (Intervista di Marco Carpani a Eugenio Boselli) 62

 

Introduzione

 

Nel lontano 1989 ho iniziato a scrivere il mio best seller I rossi nella Granda, poi pubblicato anni dopo. Trattava della storia della sinistra politica (partiti e sindacati) nella provincia di Cuneo.

Il primo testo Il caso Giolitti e la sinistra cuneese del dopoguerra era stato pubblicato nel 1986 dalla coraggiosa cooperativa libraria La Torre di Alba e toccava il periodo dal 1945 al 1958.

Il secondo partiva dal 1958 (passaggio di Giolitti dal PCI al PSI, con forte contrazione elettorale del primo e conseguente crescita socialista) ed arrivava al 1976 (massima, anche se relativa, affermazione elettorale delle sinistre in provincia) e passava in rassegna, cronologicamente, le vicende politiche di PCI, PSI, delle prime formazioni della nuova sinistra, offrendo anche un quadro complessivo (non solo i risultati elettorali) delle vicende politiche della provincia bianca.

I limiti dei due testi erano oggettivi e stavano nelle fonti, date semplicemente dai giornali del tempo (fortunatamente quasi tutti i partiti pubblicavano periodici provinciali).

Alla lettura di questi avevo cercato di aggiungere le testimonianze di molti (quasi tutti uomini) dei protagonisti, raccogliendo decine di interviste.

Dopo la prima, molto lunga, a Gino Borgna, avevo continuato con tanti dirigenti del PCI, del PSI, della CGIL, ma anche di PSDI, PLI, PRI (ricordo con stima, anche nelle differenze, Dino Giacosa) e della DC.

Alcune tra le interviste sono state pubblicate in precedenti quaderni (verificate i siti), tutte mi hanno aiutato nella stesura del saggio Le vicende politiche (1946-1958)1 che ripercorre, in meno di trenta pagine, il percorso di tutti i partiti nel primo quindicennio repubblicano.

Riporto, in questo quaderno, quasi come prefazione e per offrire un quadro d'insieme, quel vecchio scritto, seguito da un paragrafo, estratto dal quaderno 17, relativo alle forze socialiste in un periodo successivo.

Seguono le interviste svolte nel lontano 1989 a sei militanti e dirigenti del PSI cuneese.

  • i nastri di allora sono molto consumati.

  • La forma parlata spesso presenta salti, frasi non perfettamente compiute (al di là degli ovvi problemi sintattici, propri di ogni intervista).

  • Le testimonianze orali spesso sono molto soggettive, cioè portate a ricordare e mettere in luce alcuni periodi ed alcuni fatti, anche a scapito di altri, o con una ottica tutta personale.

  • I ruoli degli intervistati sono molto diversi. Si va da Cipellini, per un lungo periodo senatore ed addirittura capogruppo, a Garino, consigliere regionale, a Fossati, vicepresidente dell'amministrazione provinciale, a Viara, molto vicino ad Antonio Giolitti, a Domenico Romita (solamente omonimia con il ministro e leader socialdemocratico), all'avvocato Dino Sciolla, persona schiva e sempre portata a sottodimensionare il proprio impegno e il proprio ruolo.

Dalle interviste, molto diverse, emergono alcuni tratti comuni:

  • la pochezza del partito negli anni dell'immediato dopoguerra.

  • Il continuo riferimento alla Resistenza e all'antifascismo.

  • L'inferiorità rispetto alla DC per il suo peso elettorale e il suo radicamento sociale, ma anche verso il piccolo PCI, coeso e strutturato.

  • Il forte apporto azionista, dopo lo scioglimento del Pd'A.

  • La netta crescita nella seconda metà degli anni '50, in seguito all'ingresso di Antonio Giolitti, di gruppi di “socialisti indipendenti”, ma anche a causa delle difficoltà di altre formazioni (PCI, PSDI, PLI) e della quasi inesistenza del PRI.

  • Il ritardo nella formazione del centro-sinistra in provincia, a causa del peso, ma anche delle scelte della DC.

  • Pur nelle differenze di collocazione interna, la convinzione che la presenza socialista nelle amministrazioni e nei centri del potere (Camera di commercio, fondazioni bancarie...) sia strumento di rinnovamento, di cambiamento, oltre che di pluralismo.

  • La convinzione che la scelta per il centro-sinistra sia stata giusta, ma che abbia incontrato ritardi e difficoltà nella sua applicazione, a livello nazionale e - ancor più - localmente.

Chiude il quaderno una intervista di Marco Carpani (ex assessore provinciale) ad Eugenio Boselli, riferimento della sinistra lombardiana in provincia.

Le valutazioni sono, ovviamente, personali, ma:

  • chi legge valuti, pur in un bilancio complessivamente negativo, conclusosi con uno scacco e con una trasformazione involutiva di un partito storico di grande tradizione, la tensione e l'impegno di tutta un'area politica.

  • mi permetta di ricordare, la mia critica politica verso molte scelte, ma anche la stima e la condivisione di non pochi valori con persone che sono da tempo scomparse. Risentire dai nastri, oramai consumati e spesso smagnetizzati, le voci di Alberto Cipellini, Franco Viara, dell'avvocato Sciolla (così era sempre chiamato, saltando il nome proprio), così come leggere le parole di Eugenio Boselli, dà un po' di commozione, se non di nostalgia per un dibattito, in dissenso, politico, che oggi non esiste più.

Sergio Dalmasso

1 In Bollettino della Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, n. 98, primo semestre 1988.